venerdì 5 settembre 2014

Giochiamo a Tetris?

Ho commesso un errore di valutazione.
In sostanza sono tornata dalle vacanze e non ho avuto l’accortezza di concedermi un periodo di transizione in cui sgarrare un po’, da tutti i punti di vista. Avrei dovuto cioè prendermi un po’ di tempo per dormire, per mangiare schifezze qua e là, per rilassarmi un attimo.
Invece ho ripreso la solita vita senza cesure e senza concessioni ed ora mi sento una chiavica.
Il solo ed unico Lucio cantava “Ma l’impresa eccezionale dammi retta è essere normale” e teneva ragione da pazzi.
La normalità di una donna è un’impresa eccezionale, lo vedo e me ne accorgo sempre di più. Siamo eroine, altroché.
Tutto inizia la mattina appena sveglie. Innanzitutto trovare la forza di lasciare il letto, poi alzarsi e lavorare duramente davanti allo specchio per coprire le occhiaie, rimpolpare le rughe con la crema e darsi una truccata per togliere quella strana patina (giallastra nel mio caso). Segue la vestizione, con un quarto d’ora perso a chiedersi cosa mettere o cosa non mettere, scegliere qualcosa e poi toglierselo perché fa il culone, infine indossare i soliti quattro stracci da ufficio. Poi c’è il quarto d’ora perso davanti alla scarpiera: quando trovi la forza metti i tacchi, accettando di aggiungere altra sofferenza alla giornata oltre alla dose abituale, altrimenti dici: ma andatevela a pijà in der ….  E metti le ballerine.
Segue giornata lavorativa di ore 9, durante la quale lo sforzo non è tanto quello di lavorare, ma di non mandare a fanculo colleghi, capi e clienti vari. Pausa pranzo in cui oltre a mangiare di merda, devi pure fare lo sforzo di fare conversazione con il collegame, quando invece vorresti solo silenzio catatonico, pasta al sugo e tv sintonizzata su Studio Aperto. O su Beautiful, che non vedo da quasi sei anni e non so più chi si tromba cosa, quando e perché.
Poi esci e si palesano le seguenti opzioni:
-          Spesa al volo, palestra a soffri’, preparazione della cena, lavaggio piatti,  interazione di coppia (varie ed eventuali)
-          Spesa, preparazione della cena, lavaggio piatti, interazione di coppia (varie ed eventuali)
Sembra facile, ma la palestra come la metti la metti è uno strazio. Stai lì a soffrire e a sudare, pensando solo: ma quanto so’ stronza.
La cena è un altro psicodramma, perché il manuale della vita sana e dei buoni propositi dice che:
no carne rossa, no fritti, no salumi, no formaggi, no pasta.
Resta tutto il resto,  resta la voglia di mangiare cose sane, cucinate però in maniera creativa e non ripetitiva, resta comunque la voglia di stupire chi sta a tavola con te.
Tutto ciò sommato = grandissime pippe mentali su cosa preparare per cena.
In codesto marasma, ogni tanto, non la fai un po’ di vita sociale? Non fai le pulizie di casa? Non ti fai un pochino bella, passando lo smalto, disboscando e facendoti i capelli?
Insomma, tutto questo per dire che questo gioco di incastri, che ricorda tanto il Tetris, è difficile e faticoso e mi lamento io che non ho figliame da tirare su, figuriamoci le donne che lavorano e crescono pure dei figli.
In conclusione sono un pochino stanca, però mi stimo perché non mollo e non ho intenzione di farlo.
E stimo tutte quelle che ci riescono meglio di me, ad essere amiche, figlie, fidanzate/mogli, lavoratrici,  con aspetto curato e forma fisica decorosa, isteria e lacrime free.

Questo post ordunque per dire: Amiche, vi stimo.