mercoledì 17 dicembre 2014

Canto (stonato, stonatissimo) di Natale.

C’era una volta un paesello piccolo piccolo nel centro di Roma, al quinto piano di un palazzo vicino a Via Veneto.
Il paesello era popolato da soggetti di diversa natura, orchi, megere, goblins e chi più ne ha più ne metta e nonostante il diverso grado di follia e asocialità, l’equilibrio nel paesello più o meno si reggeva.
Un giorno di Settembre arrivò nel paesello un nuovo personaggio, la piccola Sgualdry.
Costei era una ragazzetta di 25 anni, alta un metro e dieci, ma con il nasino all’insù, lo sguardo impertinente e due tette esagerate.
Nonostante le megere presenti nel paesello fossero infinite volte più belle, intelligenti, raffinate della piccola Sgualdry, si sa che la novità ha più appeal della routine, per cui si assistette ad un aumento del grado di scimunimento della popolazione maschile del paesello.
La megera più cattiva di tutte, Asma, trovava la presenza di Sgualdry intollerabile, perché non ne sopportava l’impertinenza, le arie da smorfiosa, ma soprattutto l’approccio con il sesso opposto che inevitabilmente passava per un canale univoco: il flirt sessuale.
Dopo i primi giorni di rivoluzione, la povera Asma e le amiche megere, scelsero  la via dell’indifferenza e tutto per qualche mese si risolse in uno stato di tregua armata.
Giunse Dicembre e con lui  l’attesa del Santo Natale.
Sgualdry, accettata nel paesello solo per svolgere un compito di qualche mese, si apprestava a terminare la sua esperienza al quinto piano, di quel palazzo, proprio dietro a Via Veneto.
Il Capo di Sgualdry, si aggirava per le vie del paesello, narrando ai passanti: Sapete, Sgualdry il prossimo venerdì ci lascia, ahimè ahimè.
Accadde però un fatto.
La settimana precedente al commiato di Sgualdry, si svolse l’annuale festino natalizio nel paesello.
Tra fiumi di alcol, cibo scadente e gente molto rilassata, accadde il miracolo. Il miracolo di Natale.
La piccola Sgualdry, fasciata di fintapelle e truccata da drag queen, con mossa atletica si è lanciata sul Grande Capo nel bel mezzo dei baccanali.
Incurante del paesello che guardava, incurante dei giudizi, incurante della morale.
Quella notte la piccola Sgualdry si è adoperata alla causa. E a quanto pare si è adoperata bene, poiché MIRACOLO!!!! Contratto rinnovato, gente meritevole perculata e la dignità della donna moderna che si va a fare un viaggetto nello scarico del cesso.


PS: ‘ste cose manco negli anni ’50.

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